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S.Messe (settimana)
9:00  18:30

KRZYZ

Henryk

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Domenica, 10 Gennaio 2016 20:50

Animazione Domeniche

                     DOMENICHE / IMPEGNI 2015/2016              
                                                   ANIMAZIONE SANTA Messa della domenica ORE 10,00              
    11 tempo ORD.                xxx                      
    18 " CRESIME h.11,30 Carla/Patrizia-Antonella/Rita                  
    25 "                xxx                      
                                 
  NOVEMBRE 1   TUTTI I SANTI                   2  
    8                  xxx                      
    15 tempo ORD.                xxx                      
    22 CRISTO RE MANDATO CATECHISTI                    
    29 I. AVVENTO    2° ANNO DI COMUNIONE (2 gruppi) 1 e 2                  
                                 
  DICEMBRE 6 II AVVENTO    GRUPPO GIOVANI ROMA + NAPOLI                    
  martedì 8   Immacolata Concezione della B.V.Maria                  
    13 III AVVENTO    1° ANNO DI COMUNIONE             CONS.VANGELO                  
    20 IV AVVENTO    BENEDIZIONE bambinelli (in chiesa)                  
  venerdì 25   NATALE (vacanze dal 23 DIC al 6 GENN.)                  
                                 
2016 GENNAIO                              
     mercoledì 6   EPIFANIA del Signore (vacanze)                    
    10 (Battesimo del Signore)                xxx                      
    17 tempo ORD.    GRUPPO   SCOUT + GIOVANI                      
    24 " 1° ANNO DI CRESIMA (1 gruppo) cons. CREDO                  
    31   2° ANNO DI CRESIMA (2 gruppi) CONS.BIBBIA                  
                                 
  FEBBRAIO 7 tempo ORD. MANDATO DEL CORO (San Biagio )                  
    14 I QUARESIMA 1° ANNO COMUNIONE (3 gruppi)  1                  
     mercoledì 10   LE CENERI ore 18.30                      
    21 II QUARESIMA PRES. GRUPPI 2° COMUNIONE 1 E 2                  
    28 IIIQUARESIMA    GRUPPO   SCOUT + GIOVANI                      
                                 
  MARZO 6 IVQUARESIMA 1° ANNO COMUNIONE                                                              2                  
    13 VQUARESIMA 1° ANNO COMUNIONE                      3                  
    20   LE PALME                      
         giovedì 24   CENA DOMINI ore 18.30                    
    27   PASQUA di Resurrezione                    
           lunedì 28   dell'Angelo o "Pasquetta"                    
                                 
  APRILE 3   1° ANNO DI CRESIMA (1 gruppo)                    
    10   2° ANNO DI CRESIMA (2 gruppi)                    
    17      GRUPPO   SCOUT + GIOVANI                      
    24            GIUBILEO DEI GIOVANI                  
    25 lunedì festa laica DELLA LIBERAZIONE                    
                                 
  MAGGIO 1   (festa laica DEI LAVORATORI)                    
    8 Ascensione 3° ANNO DI CRESIMA 1e2 presentazione                
    15 Pentecoste PRIMA COMUNIONE (insieme i 2 GRUPPI)                  
    22 S.S.TRINITA'                xxx      ritornano con abito 1^comunione                  
    29   FESTA DELL'ESTATE (fiore a Maria) TUTTI I GRUPPI                  
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
Domenica, 10 Gennaio 2016 20:42

Il Catechismo

I CATECHISTI
Coloro che svolgono il compito di preparare i fanciulli ai sacramenti del BATTESIMO,COMUNIONE E CRESIMA sono principalmente persone con un valido percorso di fede, vita e comprensione cristiana, nei rapporti umani.
Attualmente sono in “servizio effettivo” e svolgono tale compito distinto dal corso finalizzato:

Catechisti BATTESIMALI:
Maria Luisa Romeo, Ginetta Orazi Orsini, Marino Orazi,Letizia Fratini Piermarocchi, Maria Romano Cardarelli, AnnaMaria Mandolesi Valletto,Clementina Orfei, Laura Giuliani Malagamba,Fortunata Lombardi Mastrovincenzo,Serena Pepe, Agnese Facchin, Liliana Russo,Marisa Russo.

COMUNIONE orario 17,00-18,30
1°ANNO DI COMUNIONE
• Piera De Amicis,(aiutante Alessia)                                           mercoledì
• Aurora De Rossi,Luisa Leggio (aiutante Giuseppina)                  mercoledì
• Rosa Dacchille,Ivana Silvi                                                      giovedì’
2° ANNO DI COMUNIONE
• Caterina Leonori,(aiutante Luciana)                                        lunedì
• Dina Chionni,Patrizia Bolognesi                                              lunedì

CRESIMA orario 18,30-19,30
1° ANNO CRESIMA
• Antonella Mazza,Rita Pascucci                                              giovedì
2° ANNO CRESIMA
• Carla Tarani,Patrizia Galeri                                                 mercoledì
• Giuseppe Mancini,Paola Gatto                                             giovedì
3° ANNO CRESIMA
• Giuseppe Mancini,                                                              lunedì
• Paola Gatto                                                                       martedì

Sono orevisto anche corsi di preparazione alla Cresima per giovani e adulti il giovedi alle 20.00

Altri sono disponibili per coordinamento, sostituzioni, supporto e di aiuto secondo esigenze diverse e/o richieste particolari.

Patrizia Naso,Franca Cutarelli,Caterina Di Leo,Antonio Cazzato,Adriana Fanucci

Collaborano e sono parte integrante del catechismo il coro, i giovani salettini, i ragazzi dell’oratorio e gli scout.

Domenica, 10 Gennaio 2016 20:34

Il Battesimo del Signore

La domenica prossima 17 Gennaio vi invitiamo al incontro biblico  col tema “La Misericordia”. Incontro comincia alle 9,15 e finisce alle 12,30. E tenuto da suor Rosangela.

Mercoledì, 06 Gennaio 2016 17:09

Battesimo del Signore –10 Gennaio 2016

La liturgia, in questa domenica del Battesimo del Signore, chiamandoci a contemplare il mistero di Dio ci invita a fissare lo sguardo sul Figlio, per riconoscere in Lui la nostra più vera identità
Nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, Dio attraverso il profeta parla al cuore del suo popolo e lo consola e, attraverso le parole del profeta: “Nel deserto preparate la via del Signore”, che sono sempre vive e attuali, invita anche noi oggi a prendere coscienza dei nostri errori, e accendere il desiderio di una migliore condotta di vita.
Nella seconda lettura, San Paolo nella sua lettera a Tito delinea con poche parole l’opera salvifica di Dio: la nostra vita di fede ha origine dalla acque del battesimo, ed è costruita non su noi stessi, ma sulla grazia di Cristo. La salvezza è opera della misericordia di Dio Padre e si compie nella persona di Gesù Cristo.
Nel Vangelo di Luca assistiamo ad una grande Teofania, leggiamo infatti che il cielo si aprì e discese su Gesù nel Giordano, lo Spirito Santo in forma corporea di colomba, e si udì una voce, quella del Padre, che riconosce in Gesù il Figlio amato.
In Cristo noi siamo battezzati, liberati dal peccato e diventati una creatura nuova. Dipende da noi vivere il dono ricevuto: credere che siamo figli di Dio, amare e lasciarsi plasmare dallo Spirito Santo. .

Aurelia Stagnaro

Dal libro del profeta Isaia
«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda:
«Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».
Is 40,1-5, 9-11
Questo brano fa parte di una raccolta di testi profetici (che vanno dal capitolo 40 al 55) il cui autore è rimasto anonimo. Si sa solamente che il suo messaggio si colloca attorno al 538 a.C., l’anno in cui Ciro, re dei Persiani, ha permesso agli Ebrei esiliati a Babilonia di ritornare al loro paese*. Il nome di “Secondo Isaia”, come per il “Terzo Isaia”, gli è stato dato perché il suo pensiero s’ispirava a una tradizione che risale al grande profeta Isaia (740-700 a.C.). L’autore doveva annunciare un avvenimento assolutamente inconcepibile: un piccolissimo popolo, un “resto di Israele” che non contava forse più di 15.000 persone, avrebbe attraversato il deserto, rivivendo un nuovo Esodo per giungere a Gerusalemme. Con quali argomenti vincere questo scoraggiamento?
Le prime parole sono ripetute con insistenza: «Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio».
E’ un vero annuncio di gioia, non tanto per l’avvenimento storico in sé, quanto per i motivi invisibili connessi con la liberazione. Si parla di perdono completo dei peccati ormai espiati e del ristabilirsi dell’amicizia fra il popolo e Dio, che ora ritorna come pastore fra il suo gregge. L’immagine del pastore contrasta con il termine “potenza” sebbene questo termine mette in evidenza come la liberazione sia un atto della forza divina; l’immagine del pastore, invece, è quanto mai adatta ad esprimere l’amore di Dio verso il suo popolo. A questa volontà divina d’incontrarsi con l’uomo deve però corrispondere la volontà dell’uomo di incontrarsi con Dio.
*Nota: La politica liberale di Ciro in materia religiosa trovò consensi entusiastici in alcuni Ebrei esuli, tra i quali si distingue appunto il Secondo Isaia. Si spiegano così gli appassionati oracoli che gli riserva , giungendo perfino a chiamarlo “messia”. Ciro (590-530 a.C.) è visto dal profeta come consacrato dal Signore per una missione di liberazione nei confronti di Israele: è Dio stesso a prenderlo per mano intronizzandolo e guidandolo di vittoria in vittoria. Il profeta marca questo aspetto per convincere molti Ebrei, ormai abituati a vivere in esilio , ove avevano costruito case e impiantato commerci, a prendere la via avventurosa del ritorno in patria, accettando il mutato clima politico instaurato da Ciro il Grande.

Salmo 103 Benedici il Signore, anima mia
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

Il salmista esordisce con un invito a se stesso a benedire il Signore. Di fronte alla grandezza, alla bellezza, alla potenza della creazione esprime il suo stupore e la sua lode a Dio: “Sei tanto grande, Signore, mio Dio!”.
Egli contempla Dio nella sua sovranità universale, tratteggiandolo “avvolto di luce come di un manto”. Una luce gloriosa, non terrena, non degli astri, ma divina, con la quale illumina gli spiriti angelici, nel cielo.
Egli ha separato la luce dalla notte e con l'albeggiare stende il cielo “come una tenda”; cioè stende la calotta azzurra del cielo. Così, pure, stende le tenebre della notte: “Stendi le tenebre e viene la notte”. Sovrano del cielo e della terra, pone la sua dimora di re sulle acque, cioè sulle nuvole alte e bianche, là dove nessuno può fare una dimora. Sovrano difende i suoi sudditi fedeli dai nemici, facendo delle nuvole basse e buie il suo carro da guerra trainato dal vento visto come un essere alato: “Costruisci sulle acque le tue alte dimore, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento”. I venti annunziano il suo arrivo nella tempesta, mentre le folgori presentano la sua potenza sulla terra: “Fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri”….
Il salmista loda ancora il Signore per le sue opere.
Passa quindi a considerare le creature del mare; in particolare il Leviatan, nome col quale l'autore designa la balena.
Il mondo animale è oggetto pure esso dell'assistenza divina: “Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere”. Se Dio ritrae la sua assistenza gli animali periscono, non hanno più l'alito delle narici “togli loro il respiro”. Ma se manda il suo Spirito creatore sono creati. Lo Spirito di Dio è all'origine della creazione: (Gn 1,2).
Il salmista chiede che sulla terra ci sia la pace tra gli uomini, affinché “gioisca il Signore delle sue opere”. “Scompaiano i peccatori dalla terra e i malvagi non esistano più” dice, augurandosi un tempo dove gli uomini cessino di combattersi. Questo sarà nel tempo di pace che abbraccerà tutta la terra, quando la Chiesa porterà Cristo a tutte le genti; sarà la società della verità e dell'amore. Noi dobbiamo incessantemente impegnarci con la preghiera e la testimonianza per questo tempo che invochiamo nel Padre Nostro dicendo: “Venga il tuo regno”.

 

Commento tratto da “Cantico dei Cantici” di P.Paolo Berti

Dalla lettera di S.Paolo apostolo a Tito
Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute,ma per la sua misericordia,con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia,diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna
Tt 2,11-14; 3,4-7

Durante la sua prigionia a Roma attorno all’anno 66, è possibile che Paolo, o un suo discepolo qualche anno dopo, abbia scritto questa lettera a Tito, collaboratore di Paolo e da lui convertito. Tito fu presente alla grande assemblea di Gerusalemme (50 d.C.) e Paolo lo prepose alla comunità cristiana di Creta quale “vescovo”.
La lettera è composta da 3 capitoli contenenti esortazioni e indicazioni circa la vita della comunità.
Paolo, in questo brano afferma che Dio ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo.
L’incarnazione del Figlio Gesù, che è lavacro, battesimo e rigenerazione, realizza il rinnovamento, il cambiamento, il profondo cambiamento di tutti gli uomini, invitati a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, a trasformarsi in un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Sobrietà, giustizia e pietà sono proposte di vita, comandamenti etici sempre rivoluzionari, che andavano e vanno soprattutto oggi, controcorrente. Dipende sempre dalla libera scelta dell’uomo farne cardini della propria vita.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano
in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Lc 3,15-16.21-22

Il tempo di Natale si chiude col Battesimo del Signore, ma in realtà, nella storia di Gesù il tempo che passa tra la sua nascita e il battesimo al Giordano è di circa 30 anni e di questi decenni poco dicono i Vangeli, poco la tradizione. Col Battesimo inizia la "vita pubblica" di Gesù per le strade della Palestina fino a quel triduo di Pasqua, presumibilmente all'inizio di aprile dell'anno 30. I tre vangeli sinottici hanno in comune la narrazione del battesimo di Gesù, ma ogni evangelista legge quella solenne scena di apertura del mistero pubblico di Gesù da una prospettiva diversa cogliendo aspetti particolari.
Luca, la presenta come una grandiosa epifania che comprende due segni di grande significato destinati ad illustrare il valore del battesimo di Gesù nascosto sotto un gesto di purificazione apparentemente semplice.
Il primo elemento è la colomba, che per gli evangelisti è il simbolo dello spirito di Dio che viene effuso con pienezza sul Messia, come aveva annunziato Isaia . “Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore “(11,2). In Cristo Gesù si attua, allora la presenza perfetta di Dio che si rivela al mondo proprio attraverso l’effusione del suo Spirito, che consacra Gesù per la sua missione terrena di salvatore e di rivelatore della parola definitiva del Padre.
L’altro segno è la voce divina. Essa ha il suo riferimento a due passi dell’A.T. il salmo 2,7 “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.” Il re e il messia ebraico, erano solo figli adottivi di Dio; Gesù, invece, è il Figlio prediletto, l’unigenito, in senso pieno di Dio.
L’altro passo è il I^Canto del servo del Signore: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.” In Gesù converge, allora, non solo la speranza del messia-re, ma anche la figura del messia servo-sofferente presentato da Isaia.
Nel battesimo la preghiera della Chiesa ha fatto scendere su di noi lo Spirito che rendendoci figli di Dio ha unito la nostra povera natura umana a quella di Dio .

Nota: E’ interessante ricordare che la colomba nell’A.T. era anche lo stemma nazionale d’Israele.(V. sal68,14 e Os 7,11) perciò nel battesimo di Cristo è presente, quasi in germe, il popolo messianico

Lunedì, 04 Gennaio 2016 20:06

Epifania del Signore – 6 gennaio 2016

 

Nel giorno dell’Epifania la Chiesa continua a contemplare il mistero della nascita di Gesù. Se a Natale, Dio ha vissuto il Suo pellegrinaggio, venendo ad abitare in mezzo a noi, nell’Epifania assistiamo al movimento corrispondete: gli uomini attratti dalla rivelazione del Suo mistero, si dirigono verso di Lui.
Nella prima lettura il profeta Isaia, per mantenere viva la speranza del suo popolo profetizza per Gerusalemme il giorno in cui “cammineranno le genti alla tua luce”: Gerusalemme diventerà il centro dell’universo e tutti i popoli saranno attratti dalla sua luce. E Questo è un invito gioioso anche per noi. E’ il Signore che ci invita a lasciarci rivestire dalla volontà di bene che sprigiona la nascita del Suo Messia.
Nella seconda lettura, tratta dalla lettera agli Efesini, San Paolo afferma che tutti i popoli, senza esclusioni, sono chiamati “in Cristo Gesù” alla salvezza. E’ il consolante mistero nascosto da secoli: ora anche i pagani parteciperanno alla salvezza dell’unico popolo di Dio, che è la Chiesa, corpo di Cristo.
Nel Vangelo, Matteo ci parla dei Magi che si lasciano guidare dalla stella cometa dall’Oriente verso Betlemme. I magi sono il simbolo del mondo che va in cerca di Dio, è la festa della scienza che si fa guidare dalla stella della fede. E’ la festa della manifestazione della gloria di Dio che si rivela nell’umiltà, in un bambino appena nato. E’ sorprendente come questi uomini sapienti, non rimasero delusi quando videro il bambino; l’evangelista Matteo infatti dice “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono …” La scienza quando è illuminata dalla fede può raggiungere mete ancora più alte di quelle umanamente sperate.

Dal libro del profeta Isaìa
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.
Is 60,1-6

Questo brano appartiene al "Terzo Isaia" (o TritoIsaia capitoli 56-66), il profeta della situazione successiva al ritorno dall'esilio. Dopo l’editto di Ciro (538 a.C) che autorizza il ritorno dall’esilio e la ricostruzione di Gerusalemme, il profeta si rivolge non più agli esiliati, ma ai giudei ritornati da Babilonia in Gerusalemme; il suo centro di interesse non è più il nuovo esodo, ma il ristabilimento delle istituzioni teocratiche, le quali sono minacciate non da agenti esterni, ma dalla infedeltà del popolo.
Il profeta descrive la nuova situazione in questi termini: Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda:tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio.
Coloro che si muovono attratti dalla luce che risplende a Gerusalemme sono anzitutto gli appartenenti a nazioni lontane, i quali giungono accompagnate dai loro re. Con questi stranieri vi sono anche i giudei dispersi tra di loro, i quali sono portati in braccio, quasi a indicare la stima e la protezione che le nazioni hanno verso di essi.
L’immagine qui utilizzata è ricavata dal pellegrinaggio annuale che tutti gli israeliti dovevano fare al santuario centrale, portando a Dio i loro doni. Ora però coloro che salgono in pellegrinaggio a Gerusalemme non sono più i giudei ma le popolazioni straniere che portano con sé i giudei residenti in mezzo ad esse, quasi come offerta.
La glorificazione di Gerusalemme è presentata dal Terzo Isaia come un fenomeno escatologico che mette in luce la vittoria di Dio contro le potenze perverse che dominano in questo mondo. Nonostante la sua apparente sconfitta, Dio è il vincitore, e ciò apparirà chiaramente alla fine della storia. Allora Dio creerà un mondo nuovo, nel quale prevarranno la giustizia e la pace. Di ciò beneficeranno non solo gli israeliti, ma tutte le nazioni della terra: il progetto di Dio infatti è universalistico e riguarda tutti gli uomini. La luce che un giorno brillerà nella città santa deve essere però anticipata mediante un’esistenza conforme alla volontà di Dio.

Salmo 72 (71) Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E domini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Un re giusto è fonte di pace per questo il salmista invoca per il futuro re - “il figlio del re” - giustizia e rettitudine. Il salmo ha un’indubbia tensione messianica poiché non si possono che applicare al Messia alcuni passi fondamentali: “Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E domini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra”; “…. Il re è indubbiamente Davide, e il figlio del re è Salomone, ma la figura del re e i risultati del suo governo sono tanto alti e ampi da tratteggiare il futuro Messia, il figlio del re per eccellenza; certo, secondo la carne (Rm 1,3;Gal 3,16).
… Un regno fondato sulla giustizia e sull’amore non potrà mai venire meno: “Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione". I regni fondati sulla guerra e sull’oppressione non possono durare, prima o poi i popoli si ribellano; ma il regno del Messia fondato sulla giustizia che viene da Dio rimarrà per sempre. La giustizia si eserciterà nel Cristo con l’obbedienza al Padre, con l’espiazione delle colpe del genere umano.
… Egli Principe della pace, farà fiorire la pace finché “non si spenga la luna”; questo perché la sua pace, presente nella Chiesa e trasmessa dalla Chiesa, rimarrà sempre, La pace, poi, è l’essere riconciliati con Dio e con i fratelli.
Il suo regno sarà immenso. Non ha precedenti nei regni già esistiti, poiché :”E domini da mare a mare, dal fiume (ndr. l’Eufrate, il fiume per eccellenza) sino ai confini della terra”.
… I popoli si sottometteranno al suo giogo: “I re di Tarsis e delle isole porteranno tributi; i re di Saba e di Seba offrrano doni” (Tarsis è comunemente identificata con Tartessos in Spagna; Saba con la zona del golfo Arabico). Si noti che offriranno tributi e porteranno offerte, il che vuol dire che non saranno nella costrizione dei vinti.
… Il salmista passa ad un’invocazione a Dio per la grandezza del “figlio di re” su tutta la terra; ciò significa che l’estendersi del regno del Messia sarà dovuto anche all’azione, completamente subordinata alla salvezza operata da Cristo e con la forza data da lui, di coloro che lo amano: “Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome”.
Di nuovo il salmista passa al futuro: “In lui siano benedette tutte le stirpi della terra”. Cioè per mezzo del suo sacrificio riconciliatore il Padre benedirà tutte le genti della terra. “Tutte le genti lo dicano beato”, perché otterrà dal Padre onore e gloria per la sua obbedienza a lui, fino alla morte di croce.

da: Aurelia Stagnaro

Commento tratto da “Cantico dei Cantici” di P.Paolo Berti

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Ef 3,2-3.5-6
Nella prima parte della lettera agli efesini Paolo delinea il progetto salvifico che Dio ha realizzato mediante Cristo, poi presenta il compito che gli è assegnato come annunziatore di questo mistero.
In questo brano l’apostolo prosegue dicendo: penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. ed evidenzia il ministero ricevuto in favore dei gentili.
Dopo Paolo passa a chiarire il contenuto del mistero, ma prima osserva: “Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito”. Definisce poi l’oggetto del mistero, che consiste nel fatto che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
All’eredità di Cristo non sono chiamati solo gli ebrei, ma anche i pagani che, nell’annullamento di ogni barriera, formano ormai con i Giudei un unico popolo, e sono partecipi delle promesse fatte ai padri.
Il mistero è dunque la riconciliazione di tutti gli uomini, al di là di tutti loro conflitti, di cui la divisione fra Giudei e pagani è qui il simbolo.
Queste possibilità, che si sono manifestate all’inizio del cristianesimo, devono essere continuamente riscoperte nell’impegno dei cristiani, in unione con tutti gli altri credenti, per la pace nel mondo.

Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
“E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Mt 2,1-12

L’evangelista Matteo continua a descrivere gli avvenimenti dell’infanzia di Gesù alla luce delle profezie ma, a differenza del 1^capitolo, racchiuso nella cornice del popolo giudaico, qui l’orizzonte diventa più ampio: i pagani sono attratti dalla luce di Gesù-re e vanno a Lui. La nuova Sion però non è Gerusalemme, ma Betlemme. Anche questo è compimento delle profezie, ma tale ritorno alle origini indica che il nuovo popolo è sì continuazione dell’antico, ma insieme anche rottura con esso in base alla fede.
Il testo è un esempio di come può essere la chiamata alla fede:
- i Re-magi *sono chiamati per mezzo della stella e la seguono;
- i sommi sacerdoti e gli scribi conoscono le scritture, sanno dare indicazioni, ma non si muovono;
Erode tra la volontà di Dio e la sua, chiaramente sceglie la sua, conosce solo il suo tornaconto, non vede perché non vuole vedere!

* Papa Benedetto XVI li ha definiti: Uomini sapienti, socialmente elevati, colti conoscitori degli astri e formati alla filosofia. Allo stesso tempo, uomini dal cuore inquieto, uomini che non avevano interesse ad abbracciare il massimo sapere, ma soltanto conoscere la verità su Dio, sull’uomo e sul mondo, tanto da avventurarsi verso l’ignoto.

 

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Pro Memoria

L'umanità è una grande e  immensa famiglia ... Troviamo la dimostrazione di ciò da quello che ci sentiamo nei nostri cuori a Natale.
(Papa Giovanni XXIII)

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