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Lug 11, 2017

Alloggiare i pellegrini

La IV opera di Misericordia ci invita ad alloggiare i pellegrini. Questa consuetudine ha origini antichissime. Nella Bibbia, infatti, l’ospite assume una certa sacralità ricordando l’episodio di Abramo quando, nella terra di Mamre, accoglie, nel migliore dei modi il Signore che, nelle sembianze di tre uomini misteriosi, gli profetizza la nascita di un figlio. Riferendosi a questo avvenimento Paolo dice “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni praticandola, senza saperlo, hanno accolto degli angeli” (Eb 3,2).

Il Levitico insiste dicendo “Il forestiero dimorante tra voi lo tratterete come colui che è nato tra di voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto” (Lv 19,34). Significativa è l’attenzione con la quale la donna Sunammita, non solo ospita il profeta Eliseo, ma addirittura gli allestisce “una piccola stanza in muratura” (2 Re 4,10).

Il Nuovo Testamento è costellato di episodi che sottolineano il valore dell’ospitalità: pensiamo alle nozze di Canaa. Gesù, lasciata Nazaret, va ad abitare a Cafarnao ed è accolto nella casa di Pietro; accetta il “grande banchetto” nella casa di Levi; è ospite di Marta e Maria presso Lazzaro…

Nell’Apocalisse, parlando alla Chiesa di Laodicea, Gesù dice “Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui e lui con me” (Ap 3,20). Sintetizza questa carità la regola che San Benedetto scrive nel V secolo “Tutti gli ospiti che si presentano al monastero devono essere accettati come Cristo perché Egli stesso dirà un giorno “Ero pellegrino e mi avete ospitato” (n 53,1).

 

CHI SONO I PELLEGRINI 2828552424

Se facciamo riferimento a quanto Dio Creatore dice “La terra è mia e voi siete presso di me come forestieri ed ospiti” (Lev 25,23), ne deduciamo che siamo tutti pellegrini in cammino, ognuno con la propria storia verso la casa del Padre. Siamo tutti ospiti del genere umano e per tanto ciascuno si deve impegnare a realizzare la propria umanità accogliendo l’umanità dell’altro.

Alloggiare i viandanti era fondamentale nel tempo passato quando penitenti, mercanti e pellegrini si muovevano a piedi per raggiungere i più famosi luoghi di spiritualità. Le principali vie che conducevano a Santiago e a Roma erano costellate di ospizi che avevano il preciso dovere di accogliere i pellegrini e curarli finché fossero in grado di riprendere il cammino. Oggi i pellegrini viaggiano su comodi pullman ed alloggiano in confortevoli hotel, si parla allora di turismo religioso. Benedetto questo modo di viaggiare che permette a molte persone di visitare santuari famosi, di pregare e di ritemprarsi.

 

DSC 0065ACCOGLIERE I FORESTIERI

Papa Francesco aggiorna questa opera di misericordia chiamandola “accogliere i forestieri” riferendosi a questa drammatica migrazione alla quale stiamo assistendo e, in molteplici modi, anche coinvolti.

Analizziamo i termini che usa: chi è il forestiero? E’ colui che sta fuori. Domandiamoci allora da che cosa: dalla nostra casa?; dalla cerchia dei nostri amici e parenti?; dalla nostra nazione o dalla nostra comunità europea?. E’ forestiero chi ha un credo religioso o politico diverso, un tipo di cultura e di educazione differente dal nostro?... La lista delle domande potrebbe continuare ancora per molto. Ci rendiamo conto, allora, di quanti “distinguo” facciamo nei confronti del nostro prossimo! Quanta presunzione c’è nel considerare il forestiero un colpevole di non essere come noi che, barricati nella nostra sicurezza, gli siamo indifferenti e non gli usiamo “misericordia”. Ne consegue che finché non lo invitiamo “ad entrare”, per noi, rimarrà sempre un forestiero.

 

  

ACCOGLIERE DSC 0035

Probabilmente la prima cosa che dobbiamo fare per accogliere è superare la diffidenza. Le nostre case hanno porte blindate e, quando qualcuno bussa, prima di aprire, chiediamo chi è. Non ci fidiamo nemmeno di chi ci chiama e, solo se lo riteniamo opportuno, rispondiamo.

Accogliere è: superare i pregiudizi ed i luoghi comuni ed avere il coraggio di lasciarci disturbare dall’ospite inopportuno. Nella lingua italiana la parola “ospite” ha due significati: è ospite chi accoglie ed è ospite chi è accolto forse a significare che tra i due ci deve essere un’intesa, un dialogo.

Accogliere è: ascoltare con umiltà e discrezione rispettando i valori dell’altrui cultura senza sminuire la propria, aiutando il forestiero, per esempio, ad imparare la lingua del paese che lo ospita e a conoscerne le leggi e le usanze.

Accogliere è: passare dall’indifferenza all’attenzione. E’ rispettare la dignità altrui e difenderla quando viene offesa.

Accogliere è: con-dividere, è fare com-unione, è accettare la differenza come un dono.

Probabilmente tutti noi abbiamo questi buoni sentimenti nei confronti dei forestieri, ma che fare? Lo dice papa Francesco il 16 Aprile 2016 a Lesvos “Per essere veramente solidali con chi è costretto a fuggire dalla propria terra, bisogna lavorare per rimuovere le cause di questa drammatica realtà …. Prima di tutto è necessario costruire la pace là dove la guerra ha portato distruzione e morte …. Bisogna contrastare con fermezza la prolificazione ed il traffico delle armi …. Vanno privati di ogni sostegno quanti perseguono progetti di odio e di violenza”. Prosegue dicendo “Gesù si è fatto nostro servo e col suo servizio di amore ha salvato il mondo … Solo chi serve con amore costruisce la pace … Superando la spessa coltre di indifferenza che annebbia le menti ed i cuori”.

Mariella

“L’accoglienza purtroppo non basta: occorre l’integrazione” come ammonisce il cardinale Bagnasco, presidente della CEI.

 

 

 

 

 

 

 

DSC 0055E’ evidente che è necessario un possente aiuto della Divina Provvidenza, che non dobbiamo mai cessare di invocare, perché le numerose testimonianze di generosità e buona volontà non bastano. Occorre un serio e comunitario impegno politico non solo per “costruire ponti” ma case, scuole, ospedali, creare posti di lavoro e tutto ciò che consente una vita dignitosa. Noi “privati”, oltre a pregare possiamo fare poco, ma questo non ci dispensa dall’impiegarci al massimo per aiutare i tanti forestieri che incontriamo ogni giorno. Madre Teresa di Calcutta diceva “Una piccola goccia versata nell’oceano arricchisce l’oceano”.


Laici Salettini

 

 

 

 

 

 

 

 

Si ringrazia l'Associazione Insieme per le foto

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